La crisi si risolve con misure serie
di Amalia Mirante (in immagine) – Inutile negarlo. Senza volere fare troppi catastrofismi anche in Svizzera ci aspettano un inverno e una primavera difficili.
La maledetta guerra che continua, l’aumento dei prezzi che non dà segni di particolari rallentamenti e la penuria nell’approvvigionamento energetico lasceranno il segno anche alle nostre latitudini. Ma questa nuova possibile crisi ha delle caratteristiche “tutt’e un po’ sue”.
Oramai, nessuno nega che non riconoscere gli aumenti salariali negli ultimi anni mentre la produttività cresceva, è stato un grave errore. D’altra parte, dati gli aumenti dei prezzi attuali, se si dovesse compensare pienamente la perdita di potere d’acquisto per tutti, si potrebbe generare una situazione ancora più svantaggiosa per i soggetti più fragili, che sono quelli con un reddito fisso e con poco potere contrattuale. Pensiamo in particolare alle persone con professioni con redditi medio-bassi e ai pensionati. Ma la problematica attuale non si esaurisce qui e anche sul fronte delle aziende non si può fare finta che i problemi di approvvigionamento energetico e gli aumenti dei costi non siano causa di grande incertezza e probabilità di fallimento.
E quindi, che cosa fare? La cosa certa è che gli aiuti, i contributi e il sostegno dello Stato devono essere mirati e indirizzati specificatamente alle situazioni di estrema necessità. Proporre soluzioni generalizzate, anche se può apparire strano, in questo preciso momento causerebbe maggiori danni rispetto ai vantaggi. Per prendere in considerazione questo genere di misure sarà necessario attendere ancora qualche mese e dare alle misure già intraprese di politica monetaria il tempo di portare agli effetti sperati.
Le soluzioni economiche serie, purtroppo, non si possono improvvisare in nome del consenso politico, cosa che stanno facendo altri paesi a noi vicini e di cui pagheranno il prezzo nei prossimi anni, purtroppo, sempre per le categorie più fragili della società.
Amalia Mirante
